Artificiali Vertical Jigging Gomoku Slide Dancer 130gr ZGS
Artificiali Vertical Jigging Gomoku Slide Dancer 130gr ZGS
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Artificiali Vertical Jigging Gomoku Slide 130 gr ZGS 11 cm

ST2422024

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Artificiali Vertical Jigging Gomoku Slide Dancer 130gr ZGS

Artificiali Vertical Jigging Gomoku Slide Dancer 130gr ZGS. Due Assist No #3/0 La pesca a vertical è praticata in Mediterraneo per la pesca delle ricciole e dei dentici ma alcune varianti permettono delle catture meno pregiate e di taglia inferiore.

Nella vasta serie Gomoku del marchio Storm, troviamo il nuovo  jig in metallol Gomoku Slide Dancer è un jig in metallo destinato alla pesca in mare e in acque profonde e perchè no nei laghi profondi. Dotato di 2 ami assistiti, questo jig in metallo è molto efficace su specie con bocche fragili.

Infatti, questa modalità di armamento impedisce al pesce di appoggiarsi all'amo per slamarsi.

Inoltre, è costituito da 2 ami singoli per limitare gli incidenti. Colori olografici sorprendenti e con rivestimento laser multi-angolo, ideale per riflettere la luce e attirare i pesci da una distanza significativa

Migliori esche da vertical jigging. Le esche da Vertical Jigging sono caratterizzate da particolari strutture metalliche, le esche tornano utili per facilitare l’avvicinamento dei pesci, garantito dall’emissione di effetti luminosi in grado di attrarre le prede. Le esche da Vertical Jigging si contraddistinguono per le forme e le dimensioni differenti.

Lo Slide Dancer di Storm è un jig in metallo personalizzabile grazie ad un anello posizionato alla sua estremità che consente l'aggiunta di un altro amo, oppure di piume per aumentare la sua attrattiva.

Ottimo fino alla pesca del tonno e di altri pesci potenti.

I colori UV disponibili efficaci a grandi profondità e con tempo nuvoloso.

Sampey Rivenditore Autorizzato Ufficiale Italia Lazio Roma Civitavecchia prodotti STORM

Artificiali Vertical Jigging Gomoku Slide Dancer 100 G Hgr

Il primo contatto con la filosofia di pesca verticale giapponese è stato il vertical jigging, tecnica che ha letteralmente rivoluzionato le convinzioni mediterranee aprendo la strada, a bordo delle nostre barche, a discipline ancora più sofisticate e ricercate.

Successivamente ha preso corpo con le tecniche di pesca verticali meno impegnative del vertical pesante, quando  sono comparse parole come Kabura ed Inchiku, che non indicavano soltanto esche artificiali, bensì sistemi di pesca.

Kabura, tradotta letteralmente significa “cavolo” e la forma dell’esca potrebbe ricordare questo vegetale, ma kabura-ya può essere tradotto come “freccia” ed in particolar modo le frecce che i giapponesi lanciavano all’inizio della battaglia. Questa è stata la prima parola a introdursi nel nostro lessico.

L’esca composta da una grande testa metallica pesante, seguita da filamenti in materiale vario che celano due piccoli ami collegati all’esca da due cordini. La tecnica del kabura prevede l’impiego di esche artificiali recuperate lentamente a stretto contatto con il fondo ed ha aperto la strada alla pesca ai grufolatori con esche artificiali.

Immediatamente dopo il kabura è arrivato l’Inchiku. Questa parola deriva da un termine giapponese che significa “inganno”. Quest’esca si differenzia notevolmente dal kabura essendo formata da un’ogiva di metallo pesante, seguita da un octopus basculante armato di assist e ami, che lo rendono utilizzabile anche sulle rocce.

L’uso dell’inchiku è sostanzialmente diverso da quello del kabura, potendo essere recuperato sia lentamente, che a piccoli strattoni. Questa tecnica interessa sia grufolatori che predatori.

Entrambe queste proposte provenienti dal Giappone, non solo hanno aperto nuove frontiere ma hanno anche dato nuovi imput alle aziende rinvigorendo sensibilmente il mercato.

Per ultimo è arrivato anche lo Slow Pitch, tecnica che ha rinnovato per l’ennesima volta la pesca nel Mediterraneo.

Le esche da Slow a una prima analisi possono sembrare dei jig short panciuti, ma guardandoli con maggior attenzione si nota che la loro forma presenta delle caratteristiche finalizzate a un diverso nuoto rispetto ai jig classici.

La tecnica si basa nel tenere l’artificiale Slow appeso alla lenza a precipizio sul fondo, con la canna a ore 3 e parallela al pelo dell’acqua. Quindi, giriamo il mulinello, la canna Slow si incurva e noi ci fermiamo. Nel momento in cui ci arrestiamo, cioè non ruotiamo più il mulinello, la canna torna in posizione di riposo, quindi, da piegata torna dritta imprimendo un’accelerazione all’artificiale verso l’alto.

STORM